Egitto restituito

22-07-2019

La collezione di Carla Maria Burri

Il 15 novembre 2009 moriva Carla Maria Burri, cremasca classe 1935, una figura e una personalità di rilievo nel mondo culturale, accademico, istituzionale nazionale e internazionale, del Cairo e dell’Istituto Italiano di Cultura in particolare.
Per volontà testamentaria, al fine di «creare una sezione di arte egizia e greco-romana a Crema», Carla Maria Burri ha lasciato alla città una collezione di antichità che in più riprese è entrata a far parte delle raccolte archeologiche del Museo Civico di Crema e del Cremasco. Un primo nucleo di reperti è giunto nel 2010, mentre un secondo è stato acquisito nel 2019, transitando prima dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, a seguito di un sequestro operato dal Nucleo Carabinieri per la Tutela dei Beni Culturali.
Proprio per dar voce alla volontà testamentaria di Carla Maria Burri il Museo Civico di Crema e del Cremasco il 7 aprile 2019 ha inaugurato una sezione dedicata all’illustre studiosa raccogliendo, in un suggestivo percorso espositivo, i reperti più significativi della sua collezione.
Il lascito è costituito per la maggior parte da reperti egiziani ascrivibili principalmente al periodo faraonico, ellenistico-romano e copto. L’allestimento, pensato presentando i reperti seguendo un ordine cronologico, si apre con l’esposizione di numerosi manufatti litici, di probabile provenienza fayyumica, che coprono un vasto arco temporale che si estende dal Paleolitico inferiore al Neolitico per chiudersi con diciannove recipienti in vetro databili dal I al IX Secolo d.C.
Tra le altre antichità si segnala la presenza, per la loro importanza e rarità nelle collezioni italiane, di tre mattoni dalla ziqqurat di Chogha Zanbil risalenti al XIV Secolo a.C. – di cui uno eccezionale nella sua integrità – caratterizzati da un’iscrizione sulla costa in elamico. L’insieme dei reperti esposti, un centinaio di manufatti, è costituito da testimonianze archeologiche relative a un’antica civiltà non altrimenti documentata nelle raccolte museali della città che ora entra nel panorama delle altre istituzioni museali della Lombardia che già vantano piccole o più cospicue collezioni di antichità egiziane.

A cura di Alessandro Boni.