LA STORIA SIAMO NOI

16-01-2024

Dal 23 gennaio all’11 febbraio

Il ricordo e l’impegno:
LA MEMORIA DELLA SHOAH

L’Amministrazione comunale di Crema propone per il secondo anno la rassegna “La storia siamo noi”, pensata per promuovere il ricordo e la memoria di accadimenti storici particolarmente significativi e apprendere valori che possono rappresentare uno stimolo all’impegno per le giovani generazioni.
In occasione della giornata della memoria l’Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili, con l’aiuto del centro di ricerca Alfredo Galmozzi, del comitato di promozione dei principi della Costituzione e grazie al supporto del Teatro San Domenico, organizza un programma di iniziative volte a mantenere vivo il ricordo di una delle pagine più buie della storia contemporanea e a ribadire con decisione la responsabilità del fascismo, al pari di quella del nazismo.

“Se lo scorso anno la rassegna era dedicata al racconto e alle testimonianze dirette o indirette – dichiara l’assessore alla Cultura, Giorgio Cardile – quest’anno il filo rosso è rappresentato dall’Arte, in tutte le sue forme. Dal teatro, alla musica, alla grafica: in molti reagirono usando l’espressione artistica come una forma di resistenza spirituale e uno strumento di denuncia dell’oppressione. Per questo motivo alla chiusura della mostra Una minima eleganza. Ex libris e piccola grafica dalla Collezione Ferruccio Proverbio, manterremo esposto presso la Pinacoteca del Museo Civico di Crema e del Cremasco l’ex libris realizzato all’interno di un campo di prigionia da Michel Fingesten (Butzkowitz, 18 aprile 1884 – Cerisano, 8 ottobre 1943), che è stato un pittore e incisore ceco di origine ebraica. Il 9 ottobre 1940 venne arrestato e internato come straniero nel campo di Civitella del Tronto e quindi di Ferramonti dal novembre 1941 e sarà accusato dai nazisti di aver dipinto arte degenerata (“Entartete Kunst”). È considerato uno dei più grandi artisti di ex libris della storia.”

Di seguito il programma:

Martedì 23 gennaio
ore 21.00
Teatro san Domenico
SE IL RAZZISMO ENTRA IN CAMPO
Gianfelice Facchetti racconta Arpad Weisz
Il progetto è a cura di Gianfelice Facchetti che ne cura regia e racconto storia di Arpad Weisz, allenatore ebreo di Inter e Bologna a cavallo tra gli anni ’20 e ’30. Prezzo 5 euro (acquisto ticket online e presso la biglietteria del teatro).
Al mattino lo spettacolo verrà proposto alle scuole, seguito un momento da un momento di dibattito.
Chi è Anna Frank? Cosa c’entra con il calcio? Ricordate la figurina di Anna Frank con la maglia della Roma comparsa un anno fa allo stadio Olimpico in occasione di un derby? Cosa volevano dire quelle figurine? Che i tifosi della Roma sono…ebrei…come fosse un’offesa quando non lo è! Il calcio si scandalizzò per quell’accostamento osceno e assurdo ma lo fece rispondendo con un gesto la cui efficacia fu senz’altro discutibile. Si chiese ai capitani delle squadre di serie A, di leggere qualche riga del diario di Anna Frank pochi attimi prima del calcio d’inizio. A chi potevano interessare? Immaginiamo la scena: i giocatori entrano in campo, si schierano mentre lo speaker legge le formazioni accompagnate da boati, musica e urla. A quel punto in mezzo al rumore, una persona al microfono in mezzo a 30/40000 persone avrebbe dovuto leggere un libro. Con tutta la buona volontà, chi poteva ascoltare? Salviamo l’intenzione ma nei fatti quel gesto non servì a nulla e infatti da quel giorno poco è cambiato. Sui muri della capitale di continuo sono apparse qua e là scritte in cui le frange estreme del tifo si rimpallavano per quale squadra facesse il tifo Anna Frank (è della Roma o della Lazio?) come dire, “ebrei siete voi!”, come fosse un’offesa e non lo è. Niente di nuovo dunque dopo un anno, per di più di recente hanno fatto la loro comparsa anche altri manifesti con sopra scritto, “Napoli, Lazio, Israele, stessi colori, stesse bandiere”, il tutto sempre corredato da svastiche e celtiche. Questo discorso non riguarda solo Roma, è una piaga che non ha confini perché, per esempio, anche a Milano per buona parte della curva dell’Inter, i rossoneri sono appellati ebrei. È difficile capire dove tutto questo sia nato ma abbiamo il dovere di provare a comprendere perché gli stadi ogni tanto diventino contenitori di odio che di volta in volta prende come bersaglio negri, zingari, ebrei. E se tutto questo succede anche nel derby di Tel Aviv tra Hapoel e Maccabi dove gli uni invocano la “Shoah” per gli altri, giustificandola come pura espressione di odio profondo…beh, abbiamo il dovere di provare a ricostruire come siano nate certe contaminazioni pericolose tra sport e ideologia saldate insieme dall’ignoranza.
Lo spettacolo si struttura in due parti. Prima, la proiezione di un documentario di 10 minuti sulla storia di Arpad Weisz, allenatore ebreo di Inter e Bologna a cavallo tra gli anni ’20 e ’30. Seconda, il racconto di ’45 minuti sulle contaminazioni tra calcio e ideologia con una parte finale dedicata a storie di chi ha detto, “no”.
Il progetto è a cura di Gianfelice Facchetti che ne cura regia e racconto.

Sabato 27 gennaio
ore 10.00
Piazza Istria e Dalmazia
CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE
Seguirà un momento di ricordo e approfondimento alle ore 11.00 in palazzo comunale in cui verranno proiettati alcuni cortometraggi che racconteranno le leggi razziali, il clima di indifferenza in cui essere furono promulgate ed applicate ma anche le storie di chi, come il Cremasco Ernesto May, decise di ribellarsi e non restare indifferente.

Sabato 27 gennaio
ore 16.30
pinacoteca del Museo Civico di Crema e del Cremasco
spettacolo
DESTINATARIO SCONOSCIUTO
a cura della compagnia teatrale Instabile Quick, dal Romanzo di Kressman Taylor. Spettacolo a due voci. Adattamento teatrale di Giorgio Putzolu Con Rosa Maria Messina e Giorgio Putzolu.
Si può uccidere una persona mandandogli delle lettere?
Se qualcuno avesse dei dubbi venga ad assistere a questa lettura/spettacolo, si renderà conto che “Ne uccide più la penna che la spada”.
Attraverso la corrispondenza fra due amici per la pelle si consuma un atroce, lenta, meditata vendetta. Max e Martin sono legati da profonda amicizia. Persone intelligenti e raffinate sono anche soci in affari che Gestiscono a San Francisco una galleria d’arte e hanno accumulato una buona fortuna. Max è di origini ebree, scapolo e malinconico, piuttosto apprensivo nei confronti della sorella Griselle che fa l’attrice in Europa mentre Martin è tedesco, sposato, brillante, smaliziato e disinvolto uomo di mondo. Dopo una relazione extraconiugale con la sorella di Max, Martin decide di tornare a Monaco in Germania. La loro amicizia sembra però inossidabile, al punto da instaurare una puntuale corrispondenza.
Martin anche in Germania fa valere le sue capacità di brillante uomo d’affari e di spericolato arrampicatore, ha una carriera folgorante grazie alle nuove amicizie coltivate nell’ambiente nazista. L’adesione al nazismo, seppur solo per apparenti motivi d’affari, creerà una prima desolata incrinatura tra le righe delle lettere pur non compromettendo l’antica amicizia.
Griselle, in tournee in Germania e inseguita dalle SS, cercherà rifugio da Martin che invece lascerà cinicamente al suo destino di morte la sua ex amante e sorella del prediletto amico.
Sarà la svolta, il fatto che darà il via al ribaltamento dei ruoli.
Dalle lettere fra Martin e Max emergono, come in una radiografia, la decadenza, l’uso lucido e disinvolto delle relazioni umane. Ogni lettera è un piano inclinato che fa scivolare l’amicizia nell’ansia, la perdita di stima nell’odio, l’astio nella programmazione sottile, contemplata, della feroce vendetta. Con l’ultima lettera non si riconoscerà più la vittima dal carnefice,
mentre il contemplativo, e vagamente malinconico, Max si trasformerà in terribile persecutore, il “caro Martin” supplicherà fino all’ultimo l’interruzione della corrispondenza.
Attraverso lo stillicidio di lettere e parole equivoche Max, anche se apparentemente avvolgente e rassicurante, lascerà il compito della soluzione finale proprio ai suoi carnefici.

Martedì 30 gennaio
Ore 21.15
Multisala Portanova, via Indipendenza 44
Proiezione del film
ONE LIFE
di James Hawes
Ingresso €5.70

Domenica 11 febbraio
ore 18.00
Sala Pietro da Cemmo
concerto
TUTTE LE VOCI DELLA STORIA
Il Coro ebraico Col Hakolot, il cui nome in ebraico significa “TUTTE LE VOCI”, si esibirà in concerto con brani di musica popolare ebraica polifonica che vengono eseguiti in lingua ebraica, yiddish e ladina. A questi si sono aggiunti canti di autori italiani, legati comunque alla tradizione ebraica.