#TurismoCrema: scoprire la città attraverso i suoi palazzi

07-07-2020

Crema è una città ricchissima di palazzi caratterizzati dalle storie e dagli intrecci delle famiglie nobiliari che li hanno abitati e tuttora vi abitano. Cortili segreti e le eleganti architetture dei palazzi regalano scorci suggestivi e quel tono di signorilità che rendono Crema un salotto tutto da scoprire.

Vi proponiamo un itinerario alla scoperta di tutte le residenze signorili nascoste nelle viuzze del centro. Salvo pochissimi casi, sono palazzi privati tuttora abitati, pertanto non sono di norma accessibili alla visita, ma anche dall’esterno lasciano incantati.

Il percorso parte da via Civerchi, una via parallela della principale via Mazzini. Il primo palazzo che incontrerete sarà Palazzo Barbàra, edificio è noto per aver dato i natali a Giovanni Bottesini, che in questa casa si formò per i suoi primi anni della sua vita. Bottesini divenne un importante compositore e uno dei più celebri contrabbassisti al mondo, tanto da meritarsi il soprannome “il Paganini del contrabbasso”. Nel cortile si conserva un’interessante decorazione floreale in cotto risalente all’epoca rinascimentale. A quest’edificio appartenevano inoltre un ciclo di tavolette da soffitto oggi conservate al Museo Poldi Pezzoli di Milano.

Proseguendo la via vi imbatterete nel palazzo dell’attuale Biblioteca: Palazzo Benzoni la cui esistenza è documentata già nel XVI secolo, anche se leforme attuali risalgono al 1627 quando il conte Roberto fece ampliare e ammodernare l’edificio secondo lo stile barocco. A fine ‘600 risalgono gli affreschi ispirati alla mitologia classica e le decorazioni a stucco delle sale al piano nobile e il portale d’ingresso ornato con due telamoni. Fu la residenza dei conti Benzoni fino al 1795 e, dall’800, venne destinato a vari utilizzi: da Ginnasio a Ospedale, fino al 2002, quando fu oggetto di restauri, divenendo l’attuale sede della Biblioteca comunale; è pertanto attualmente visitabile negli orari di apertura del servizio bibliotecario.

Arrivati in fondo alla via svoltando a sinistra vi ritroverete in via Cavour, nella quale si erge Palazzo Benvenuti – Arrigoni (Via Cavour 8). questa residenza nobilire, come oggi la possiamo ammirare risale alla ricostruzione in stile barocchetto nel 1742. Il palazzo passò poi alle famiglie prima Albergoni e poi Arrigoni. La facciata non è visibile dalla strada, vi si accede tramite un portone e un piccolo cortile: se si ha la fortuna di vedere il portone aperto, si può scorgere l’elegante giardino interno all’italiana su cui si affaccia il palazzo dalle forme settecentesche.

Una piccola deviazione di qualche minuto dal percorso vi condurrà a Palazzo Zurla – De Poli (via Tadini) la cui costruzione risale al 1520 per volere di Leonardo Zurla. La facciata esterna risulta molto sobria e scherma gli interni raffinati. Nel cortile si conserva un giardino all’italiana con i tipici cespugli di bosso. La vera chicca si conserva però nelle sale interamente affrescate situate del piano nobile: il salone d’onore, opera di Giovan Battista Castelli. Le salette laterali conservano invece un ciclo di affreschi opera del pittore manierista Aurelio Buso.

Tornate ora sui vostri passi e da piazza Duomo dirigetevi in via Marazzi, una piccola via pedonale coperta. Da qui scorgerete l’ingresso di Palazzo Benzoni – Scotti – Martini – Donati (via Marazzi 7) costruito a partire dal 1504 su commissione di Soncino Benzoni. È anche detto “palazzo dell’Innominato”: il manzoniano Francesco Bernardino Visconti, che in questo palazzo soggiornò da bambino con la madre e in altre occasioni vi si rifugiò nel corso della sua vita. La pianta del palazzo, originariamente a forma di ‘L’, fu trasformata nel secolo XVIII con l’aggiunta di un’ala, assumendo quindi la forma a ferro di cavallo. Sempre a quest’epoca risalgono i rifacimenti in stile barocchetto.

Proseguendo poco oltre incontrerete Palazzo Marazzi (via Marazzi 14). Una residenza, originariamente appartenuta ai Vimercati, già esistente a partire dal Quattrocento e passata di famiglia in famiglia sino a fine ‘700. Nel corso dell’Ottocento divenne dapprima un’osteria, quindi un albergo (fra gli ospiti ci fu anche Garibaldi), e per finire la sede della società ferroviaria. A inizio ‘900 fu venduto al conte Fortunato Marazzi che ne ripristinò la funzione abitativa. Esternamente l’edificio è contraddistinto da uno stile sobrio; attraverso un ampio cancello in ferro battuto si intravede il cortile interno, le cui pareti sono ricoperte da un folto rampicante.

In fondo alla via troverete Piazza Trento Trieste, da cui potrete ammirare il retro di palazzo Benzoni-Martini- Donati e a due passi potrete ammirarePalazzo Vimercati Sanseverino (via Benzoni 11) che conserva, nel salone, tavolette lignee da soffitto di chiara epoca rinascimentale. Sicuramente il palazzo fu fatto riedificare a partire dal 1592, assumendo l’aspetto che conserva tuttora. Si tratta dell’unica residenza cremasca ancora appartenente alla famiglia che la fece edificare. Il monumentale portale d’ingresso è sovrastato dallo stemma del casato, le finestre del piano terra sono decorate dagli stemmi delle famiglie imparentate o con legami d’amicizia con i proprietari, mentre le finestre del piano nobile sono ornate dai busti di personaggi della famiglia. Il palazzo si affaccia su un cortile interno circondato da portici con colonne su tre lati.

Via Benzoni si conclude in piazza Premoli dominata da Palazzo Patrini – Premoli – Pozzali (piazza Premoli): questa residenza fu costruita per volontà di Domenico Patrini a cavallo tra il ‘600 e il ‘700 e fu rimaneggiata nel 1800, epoca alla quale risale la torretta merlata nel cortile. Successivamente il palazzo fu acquistato dalla famiglia Premoli e solo a fine ‘900 divenne proprietà della famiglia Pozzali. L’edificio, realizzato in cotto, è diviso simmetricamente da un imponente portale in marmo dalla cui cima sporge l’unico balconcino della facciata. Sull’architrave dell’ingresso si trova un’aquila con lo stemma dei Patrini.

Confinante con palazzo Pozzali in via Fino potete incrociare Palazzo Zurla –Fadini (via Fino 20) e sebbene le vicende costruttive del palazzo non siano conosciute, possiamo ipotizzare che il portale risalga a prima del 1611, in quanto reca lo stemma della famiglia Zurla. Dopo il 1611 infatti sappiamo che divenne proprietà della famiglia Barbetta; entrò quindi a far parte delle proprietà della famiglia Fadini dal 1860. La facciata esterna risulta semplice e severa, abbellita soltanto dal balconcino in ferro battuto sopra il portale d’accesso.

A questo punto, percorrendo tutta via Fino e svoltando poi a sinistra, vi troverete in via Matteotti, dove potrete apprezzare ex- Palazzo Vimercati (via Matteotti 39), si tratta dell’attuale palazzo della Provincia, la cui fondazione risale al Quattrocento, mentre nel Settecento l’edificio subì un rifacimento. Rispetto ai proprietari originari non ci sono notizie, è però noto che dalla metà del ‘700 la residenza fu sede della famiglia Vimercati. L’interesse principale dell’edificio è costituito dall’androne d’ingresso il cui soffitto è decorato con tavolette da soffitto lignee dipinte con stemmi, ritratti e animali. Al piano nobile inoltre si possono ammirare due ampi saloni: uno è decorato da un ciclo pittorico neoclassico, mentre l’altro conserva il soffitto originale rinascimentale, con tavolette dipinte recanti anche in questo caso stemmi nobiliari, animali e ritratti.

Ultima tappa obbligata di questo itinerario alla scoperta delle residenze cremasche è Palazzo Bondenti ora Terni de Gregory (via Dante): la costruzione del palazzo fu iniziata nel 1698, per volere del conte Nicolò Maria Bondenti che affidò i lavori all’architetto piacentino Giuseppe Cozzi, e fu proseguita fino al 1737, anno in cui fu sospesa e da allora fu lasciata incompiuta. L’edificio fu realizzato in stile barocchetto, come si può notare dalla ricca decorazione esterna, dalle aperture ovali con inferriate in ferro battuto e dai motivi a conchiglia del portale. Da notare le quattro statue che celebrano la famiglia Bondenti, attraverso le allegorie della Generosità, Saggezza e Prosperità e infine la donna con la pecora che ricorda l’attività di vendita dei panni lana con la quale la famiglia si era arricchita. Secondo una leggenda il figlio di Nicolò morì nel cantiere durante la costruzione del palazzo e da allora il fantasma dell’uomo vaga nel palazzo.

Ogni angolo del centro storico di Crema è costellato da palazzi, anche se meno noti, e di grande interesse architettonico. Palazzo Benzoni Donati è probabilmente uno dei palazzi più antichi della città; sulle colonne del portico interno reca gli stemmi del conte Giorgio Benzoni (la famiglia Benzoni fu l’unica ad ottenere la signoria della città nel Quattrocento e Giorgio fu uno dei signori della città).

Del periodo secentesco si annoverano i Palazzi Clavelli, Toffetti-CrivelliZurla Polenghi e Palazzo Arbergoni Vimercati. Di fianco al Palazzo della Provincia sorge il settecentesco Palazzo Bonzi oggi sede dell’Archivio e della Biblioteca diocesani. Su via Matteotti in fondo a un vicolo acciottolato si nasconde Palazzo Dolfin-Compostella, sede in origine del priorato dell’abbazia del Cerreto. In via XX settembre in corrispondenza dell’ex-Palazzo Bonzi Stramezzi (al civico 68) si può ammirare una volta decorata dall’artista settecentesco Mauro Picenardi, rappresentante la colomba dello Spirito Santo circondata da putti. Infine, risalenti all’Ottocento, ricordiamo Palazzo Bisleri-Vailati che fu l’abitazione del matematico e filosofo Giovanni Vailati e Palazzo Rossi- Martini.